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Il mio deserto e i suoi intrusi...

Intrusi erano i miei pensieri.

Io persa nel mio deserto, vagavo tra le dune.

 

Questo progetto fotografico parla di un deserto, quello dell’anima.

Un angolo della mia mente dove le linee non si intersecano,

dove gli oggetti non si toccano,

dove il rosso non esiste.

Il 13, il 17 e i loro multipli MAI.

Il 4 invece era il mio numero.

Ogni cosa aveva un posto.

Ovunque regnava una fragile armonia che seguiva regole ben precise di una logica agli altri sconosciuta.

 

Le dune sembravano seguire un disegno Divino, perfettamente solido.

Le nuvole dovevano danzare in punta dei piedi senza far rumore, senza disturbare.

Il sole doveva essere caldo, ma non troppo, brillare  senza accecare.

Il vento era un soffio dell’anima, fresco e profumato.

 

Io odio chi rompe gli equilibri.

 

Equilibrio, quello era il punto.

Tutto doveva essere al suo posto, quello giusto.

 

Mi sentivo protetta, avvolta dai lenzuoli di sabbia, bianca e calda.

Mi potevo raggomitolare nuovamente sul grembo di mia madre.

Poi quell’abbraccio diventò una morsa e mi sentii soffocare.

I confini diventarono limiti.

Urlai a un Dio tutto il mio amore poi tutta la mia rabbia.

E infine venne la pioggia e le pozze diventarono laghi.

 

E fu vita,

 

e io mi sposai di 17…

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